Inserito da massimo monti
Settore: Nautica e Shipping
Inserito il 04-09-2014
Piattaforma: Proposte di Partnership
"Dimenticate i cantieri, le ruspe, il consumo di suolo e le spiagge sventrate per far posto a nuove case. Il futuro, sostenibile, dell'architettura, è sull'acqua. Lo dimostrano decine di progetti in costruzione in tutto il mondo, dalla Cina, alle Maldive, all'Europa, finalmente anche in Italia, anche se solo in forma di prototipo. Il successo è dovuto alle esigenze e alle paure del nostro tempo: l'innalzarsi del livello del mare, il sovraffollamento delle città, l'erosione delle coste. Eredi delle barche-abitazioni in cui da secoli vivono comunità di Londra, Amsterdam, San Francisco, le nuove abitazioni galleggianti hanno poco a che vedere con le chiatte ormeggiate sulla Senna: sono strutture leggere di legno, vetro e acciaio, autosufficienti e modulari. In poche parole più attraenti. In Finlandia sono iniziati i lavori per realizzare il primo villaggio interamente acquatico d'Europa: da 10 a 100 mini-condomini galleggianti con appartamenti dai 52 ai 93 metri quadri ciascuno. Ad Amburgo uno dei più attesi progetti in costruzione si chiama ""Waterhouses"": cinque palazzi, tra cui una torre di nove piani, costruiti come palafitte su un piccolo specchio d'acqua. L'energia per riscaldare gli interni sarà geotermica o solare e i consumi ridotti al minimo. Koen Olthuis, l'architetto olandese che ha fondato ""Waterstudio"", è chiamato in tutto il mondo. Il suo obiettivo è rendere le case galleggianti non solo sostenibili ma anche economicamente accessibili, con il sogno di sostituire gli slum delle megalopoli (il 90 per cento delle quali - ricorda - si trova sul mare) con comunità vivibili e moderne. Sull'acqua. La ""Casa minima sull'acqua"" è stata ripresa da Timberland per la campagna dedicata ai modelli ""Earthkeepers"", protettori della Terra. «Una casa autosufficiente che si possa spostare autonomamente oppure smontare e ricostruire altrove». Il prototipo ha una struttura di legno e di una leggera lega metallica, che sostiene una piattaforma all'aperto e un piccolo abitacolo completo. Da tempo lavoriamo sul concetto di minimo come modo per calibrare gli spazi alle vere esigenze dell'uomo, ridimensionandoli alle sue necessità. L'idea è che la casa-catamarano possa diventare una soluzione estendibile, abitata da più persone: le piattaforme galleggianti, se avvicinate l'una all'altra, potrebbero diventare una piazza, alimentata dall'energia del sole e delle onde. La scelta di vivere sull'acqua da noi è considerata ancora un lusso,ma non deve essere per forza così. Lo stesso Olthuis, nonostante le intenzioni, ad oggi ha firmato soprattutto progetti rivolti a clienti milionari, come le ville galleggianti alle Maldive. Suo è anche il disegno per dare agli Emirati Arabi Uniti la prima moschea fluttuante del mondo, entro il 2015. "