Lucio Boscardin, di provenienza futurista quindi dell'arte in movimento, da alcuni anni realizza opere cercando di coinvolgere il fruitore attraverso il dialogo che di volta in volta crea in ogni opera. Premendo un piccolo pulsante sistemato sull’opera, si può ascoltare per circa due minuti una breve introduzione musicale e un commento indicativo sull’opera.Tutto questo per capire meglio ciò che ha voluto significare e magari....ricavare qualche motivazione in più.
Dopo anni di tentativi Lucio Boscardin, presenta queste sue opere sicuramente suggestive, cariche di significati, (uniche nel suo genere). Ha concretizzato nel tempo con dibattiti in varie associazioni artistiche attraverso dialoghi e sue pubblicazioni la convinzione che l’arte qualunque essa sia l’artista ha il dovere di dare delle indicazioni su quanto ha fatto. Non deve essere il critico per primo a dover interpretare ciò che l’artista ha voluto esprimere semmai, deve contribuire a valorizzare i contenuti artistici nelle sue tematiche. Con scrupolo a ricercato la maniera più semplice per presentare, commentare, con poche parole le sue opere senza l’intervento di altri.
Lucio Boscardin nato a Bassano del Grappa (VI) vissuto a Enego, arriva a Milano nel 1961 (18 anni), frequenta scuole di disegno serali al Castello Sforzesco, all’Enalc ed entra nel mondo della pubblicità nel 1962 occupandosi di impaginazione grafica alla Mondadori passando poi alla Olivetti, alla Lintas - agenzia di pubblicità, alla Young & Rubicam, alla Publicor, alla Star/Mellin e poi ancora alla Mondadori.
Lavora per 20 anni in queste aziende italiane e agenzie internazionali per poi aprire il suo studio pubblicitario nel 1982 a Casatenovo, in Brianza.
Tra i vari compiti pubblicitari di varia natura, vince il concorso per la mascotte Italia ‘90 (ciao) che gli varrà un gradito e alquanto prestigioso biglietto da visita.
La pittura di Boscardin, da molti anni ormai si presenta con una pregnanza materica, fatta di basso/alti rilievi fortemente plastici con cromatismi personali, ricca di segni idealmente sociali. La tecnica prevalente è fatta di gesso, colla, colori alla nitro.
Ama lo spessore per poter scavare, incidere come se fosse una pietra.
Finalmente siamo nel 2010 o giù di lì...quando scopre l'opportunità di immergere una tela nell'acqua abbinata agli smalti...e con sorpresa scopre un fantastico abbinamento. Da qui porterà avanti come lui l'ha definita "assorbArt" la materia che assorbe.
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